La Frusta Romagnola


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Nessuno sa con certezza quale sia l'origine di questa disciplina, l'unica cosa che possiamo dire con certezza è che gli schiocchi di frusta erano usati come colpi 'a salve' più di 3000 anni fa, nell'antica Troia, per dare il via alle gare dei 'Ludos Troiae', che in genere consistevano in corse di carri e cavalli, Come poi le fruste siamo arrivate in Italia resta un interrogativo: Ungari, Slavi, Galli, ...? Non possiamo ancora stabilirlo con certezza.

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Durante la Civiltà Romana, la frusta divenne sia uno strumento dei contadini, usato per addestrare gli animali da traino, sia un simbolo di fertilità e virilità (si pensi, ad esempio, ai Saturnalia, festività annuale in cui i Sacerdoti Romani correvano per i 7 colli di Roma frustando il terreno e le donne per aumentarne la fertilità). Tutte le fruste usate dai Romani, però, erano fatte schioccare contro qualcosa -che fosse un animale, un ostacolo o un terreno-; l'arte di maneggiare la frusta facendola schioccare in aria si perfezionò soltanto al tempo del Barroccai (coloro che si occupavano di trasportare merci con carri e buoi), che usavano tenere il tempo del loro cori con una frusta, durante le loro lunghe ore di cammino.

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Ad oggi, i frustatori (o 's-ciucarén' in dialetto romagnolo) hanno perfezionato quest'arte rendendola famosa in tutta Europa; li troviamo all'interno di bande musicali e di corpi di ballo, in cui schioccano a ritmo delle più famose polke. La loro frusta è composta da un manico in legno intrecciato, alla quale è attaccata una struttura in corda o in cuoio, anch'essa intrecciata, a cui, a sua volta, è annodato un 'ciocchino'. È quest'ultima parte, quando raggiunge la velocità di circa 1200 km/h -quella del suono- che crea lo schiocco caratteristico.